expositions 2017 Italie

AJASSA ARTE ANTICA

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VIVIANE BERTRAND

DRAGON APPARAISSANT DANS LE CHAMP

PRESENZE DELLA CINA NELLA PITTURA DI VIVIANE BERTRAND

le dragon à la sphère

INAUGURAZIONE GIOVEDI’ 25 MAGGIO DALLE ORE 18 ALLE 21

AJASSA ARTE ANTICA  in collaborazione con STUDIO QUASAR

CORSO MONCALIERI 234 TORINO TEL. 0116615252

WWW.AJASSA.COM

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Viviane Cristiane Bertrand, o la necessità della naturalezza

L’entusiasmo quieto per la natura, per le sue forme belle e necessarie, abita discreto nell’opera di Viviane Bertrand. Maturata a lungo nella solitudine interiore ed esteriore delle Alpi, riflessa nello stile di vita dell’autrice – che è nata nelle Hautes-Laurentides, Québec – la sua opera sembra volersi sottrarre alla dimensione di un progetto mentale, costruttivo, per sfumare nell’irrevocabilità della pietra e dell’acqua, nell’impermanenza feconda e semplice della natura. Carta e inchiostro, china levigata e sciolta lentamente come in un rito o in una meditazione contro la pietra liscia di un calamaio cinese, i pochi pennelli e le barrette di inchiostro che occupano il ripiano di un piccolo tavolino, Viviane sembra un monaco errante mentre fa svanire rapidamente i suoi dipinti arrotolandoli in un custodia cilindrica. Anche a un veloce sguardo, ciò che ci appare immediatamente evidente nelle opere di Viviane Bertrand è la presenza di una natura in cui l’elemento umano è completamente assente. Oltrepassato l’io e le sue storie, i rovelli della mente e gli affanni immediati del cuore, l’opera di Viviane pare restituire la vita stessa alla sua dimensione più naturale, liberandola dai vincoli ardenti dell’esistenza e dalle angustie opprimenti della psiche per renderla all’infinità di un processo più originario. Quel processo creativo che era partito dall’indagine della struttura formale e dai suoi rapporti con l’arte e la natura - Bach e il progetto di una pittura musicata volta all’integrazione di schema ritmico ed elemento naturale - è andato via via compiendosi sino a giungere all’esito definitivo di un’integrazione complessa fra energia e forma. Lo sforzo di integrazione - pittorica e interiore - fra impulso e formazione, improvvisazione del gesto e contorno della tela, rispecchia i tratti di quella tensione fra dionisiaco e apollineo, aorgico e organico, terra e mondo che costituisce l’essenza stessa dell’opera e la cui dialettica garantisce il perpetuarsi di quella necessità che è la creazione. Per questo si può dire che raramente un’opera pittorica aspiri a tal punto ad essere autobiografia, nel senso di scrittura assoluta della vita ad opera di se stessa, liberata dal vincolo della forma di un soggetto creatore, fino a divenire natura restituita alla natura attraverso l’intermediario della bellezza, vita che fluisce sul pennello dall’interno della vita stessa.

Guido Brivio (Università di Torino)

Aurora consurgens

“Chi è costei che s’affacia come aurora, bella come la luna, brillante come il sole, stupenda come esercitò a vessilli spiegati?"  Cantico dei cantici, 6, 10

Quid? Propio lei, l'immagine...

Aurora Consurgens, genesi

Il punto di partenza di questo progetto artistico fu un soggiorno d’artista a più riprese lungo un arco di tempo di quattro anni nella prestigiosa Abazia di San Giorgio Maggiore a Venezia dove ho avuto tutto il tempo per confrontarmi con la mia prima e ultima fantasmagoria religiosa, quella cattolica.

Questa avventura artistica si è sviluppata attorno ad un manoscritto che si trova nella Biblioteca Marciana in piazza San Marco a Venezia. Si tratta di un trattato di alchimia medievale attribuito al santo Tommaso d’Aquino e intitolato Aurora Consurgens. Si dà il caso che Marie Louise von Franz, in collaborazione con Carl Gustav Jung, ne abbia fatto uno studio approfondito. La sequenza delle fasi dell’opera alchemica ha fornito la struttura al mio progetto: nigrido, albedo, rubedo. Successivamente il contenuto iconografico delle immagini emergerà liberamente dallo shock delle immagini contenute nel trattato. Da una parte il pensiero cristiano, dall’altra l’esperienza alchemica, una mescola di gnosticismo, di antiche filosofie arabe, ebree, greche, egiziane. In seguito si manifesteranno nella mia pittura altre immagini religiose incontrate durante i miei soggiorni in Asia e nelle Americhe.  Come il processo di trasmutazione alchemica, ho lasciato che la mia creatività operasse all’interno di una matrice arcaica, che si rinnova senza sosta, misteriosa e magica e che sarebbe il luogo d’ incontro tra lo spirito umano e la natura, l’oggetto stesso del grande mito dell’alchimia. In questo caso è stato necessario che fossi io, l’artista, una donna, ospite in una comunità di monaci benedettini, ad essere la materia prima e athanor…. Da questo viaggio attraverso questi mondi cangianti di iconografie legate alle storie delle tradizioni esoteriche mistiche e religiose, ne ritorno meravigliata, divertita, e forse un po’ più saggia; ho compreso la potenza delle immagini e quanto conviene al potere controllarle.

Viviane Bertrand

Gleisolle, Maggio 2017